Bella domanda! Però, prima di
rispondere e, magari, di confondervi ancora di più le idee, vi voglio far
leggere una cosa che un amico di mio papà, anche lui Osteopata, mi ha fatto
avere :)
“Essere malati, soprattutto cronici, può essere immaginato come un
allontanarsi progressivo dalla linea della salute. Compito dell’osteopatia, come quello di qualunque altra medicina, è di
riportare il nostro organismo verso uno stato di equilibrio, quindi di salute.
Dopo un ciclo di trattamenti il nostro corpo avrà ritrovato, talvolta
a fatica, un nuovo equilibrio. Questo comporta che sarà più difficile tornare
verso la malattia, saremo in uno stato di omeostasi che l’organismo, da solo,
saprà gestire anche a lungo, finché nuove situazioni della vita ci
perturberanno e porteranno inevitabilmente nuovi problemi.
A quel punto vi renderete conto di non essere più quello di prima
perché basterà un solo trattamento per ritrovare l’equilibrio perso, e non più
un ciclo. Con le cure precedenti siete
stati “ripuliti” di tutti quei blocchi, quelle restrizioni di movimento che non
permettevano al vostro corpo di reagire da solo. È dovuto intervenire
qualcuno dall’esterno, l’osteopata, per aiutarci a tornare in equilibrio e
autosufficienti.
Da quel punto si dovrà imparare
a gestire autonomamente la nostra salute: appena ci accorgeremo di accusare
dolori, oppure ci sentiamo più stanchi, nervosi, con disturbi del sonno o con
qualche difficoltà addominale è ora di fare un “tagliando” dall’osteopata,
basta un trattamento e la salute sarà ritrovata.
Questa si chiama prevenzione, vera e
profonda, quella che permette all’organismo di autoregolarsi e mantenersi
efficiente.”