martedì 30 luglio 2013

Osteopatia e Cicatrici

Ciao a tutti :) 

Oggi vi parlo delle cicatrici, perché sono sicura che nessuno sa che l'Osteopatia si occupa anche di esse.

La cicatrice è un tessuto fibroso che si forma per riparare una lesione ed è dovuta alla proliferazione del derma e dell'epidermide. Oltre a lasciare un'impronta fisica sul corpo della persona, ha anche una ripercussione emotiva, in quanto impressa in essa c'è l'evento che l'ha scaturita.

La cicatrice crea delle aderenze, che se non vengono trattate dal punto di vista osteopatico, possono limitare in qualche modo i movimenti dei tessuti, dei visceri e delle articolazioni. Infatti il trattamento delle cicatrici non prevede l'eliminazione della cicatrice stessa, ma fa sì che essa non diventi la causa di dolori ad altri distretti del corpo.  Essa può diventare un fulcro che attira a sé tutte le tensioni, creando problematiche anche a distanza. 

Il trattamento è di tipo fasciale e prevede tre azioni principali: allungare la cicatrice trasversalmente, allungare la cicatrice longitudinalmente e scollare la cicatrice. Questa operazione viene fatta non solo quando la cicatrice è diventata la causa di un dolore in un'altra parte del corpo, ma anche come prevenzione per evitare che ciò accada.

Noi non abbiamo ancora eseguito il trattamento sulle cicatrici, ma ce ne hanno parlato più volte :) Quando succederà vi spiegherò meglio di cosa si tratta, ma per qualsiasi cosa chiedete pure :)

Buona serata, Lisa :)

venerdì 26 luglio 2013

Disfunzione osteopatica: definizione

Ciao a tutti, entriamo nel mondo dell'osteopatia definendo uno dei punti di riferimento per l'osteopata.

La disfunzione osteopatica è una riduzione di movimento, con perdita della mobilità, di un elemento corporeo. Essa è descritta dalla "regola dell'ART":
  • A = asimmetria della forma.
  • R = range motorio e quindi alterazione del movimento.
  • T = tessuti con consistenza anomala, a causa di un ipertono muscolare.


Cerchiamo di capire più nel dettaglio, passo dopo passo, di cosa si tratta, prendendo in considerazione l'articolazione.

mercoledì 24 luglio 2013

Casi clinici #2: dolore allo stomaco

Ciao a tutti, ecco il mio secondo caso clinico :)

DIAGNOSI: la paziente lamentava un dolore allo stomaco, che prendeva anche la schiena. Non era un caso isolato, anzi, era successo anche altre volte e non era mai riuscita a farlo passare con nessun farmaco: l'unico modo era cercare di dormire per non sentire più il dolore.

Non avendo ancora studiato Osteopatia Viscerale, che si occupa appunto dei visceri, in questo caso dello stomaco, ho dovuto cercare un'alternativa. 
Con qualche ricerca sono arrivata alla conclusione che si potesse fare qualcosa andando ad agire sul sistema nervoso e che il dolore poteva derivare da una compressione a carico del nervo.

Esso è il nervo vago, decimo nervo cranico: parte dal cranio, scende lateralmente al collo e va a distribuirsi allo stomaco, parte del fegato, reni e milza. In questo caso il punto possibile di maggior conflitto era il collo. Infatti, dopo una palpazione della zona nucale, mi sono resa conto che i muscoli erano contratti.

TRATTAMENTO: non potendo agire direttamente sul problema, sono andata ad agire indirettamente. Infatti, il trattamento eseguito prevedeva un rilasciamento dei muscoli nucali, in modo tale da liberare la zona di passaggio del nervo vago.

RISULTATO: la paziente dopo poco tempo ha rilevato una diminuzione del dolore e infine una completa scomparsa di esso.

Buona serata, Lisa :)

martedì 16 luglio 2013

Casi clinici #1: distorsione di caviglia

Ho deciso di fare questi nuovi post per farvi degli esempi di casi clinici, miei o di altri, e per farvi vedere i risultati.

Il primo caso di cui voglio parlarvi è una comune distorsione di caviglia. Una collega di mia mamma è caduta dalle scale, niente fratture, solo una distorsione: gonfiore e edema intorno all'articolazione. Ha dovuto portare le stampelle e la fasciatura per venti giorni. Io le ho fatto un trattamento dopo un mesetto: la caviglia era ancora gonfia e le faceva male, vi lascio qui la foto prima del trattamento:



Poiché provava ancora dolore e il piede era ancora gonfio ho deciso di partire, come primo trattamento, con un drenaggio, con lo scopo di favorire il movimento dei liquidi in quella zona.

TRATTAMENTO: 
1 - Sono partita come prima cosa trattando il cavo popliteo, zona posteriore del ginocchio, molto vascolarizzata. Ho eseguito una tecnica fasciale per liberare la zona, tecnica leggera sulle fasce, strato di tessuto connettivo che avvolge muscoli e visceri.

2 - Come seconda cosa ho trattato la membrana interossea. Essa è una membrana posta tra tibia e perone che permette il passaggio di vasi e nervi: liberare le zone di maggior tensione permette una liberazione generale dei fori in cui i vasi passano, lasciandoli fluire fisiologicamente.


3 -  Come ultima cosa mi sono concentrata sul collo del piede, eseguendo anche qui una tecnica fasciale.


Il trattamento è durato 40 minuti, e questi sono i risultati :)



RISULTATO: la caviglia si è sgonfiata subito e l'edema si è attenuato. Dopo circa una settimana ho risentito la collega di mia mamma e mi ha detto che la caviglia si è sgonfiata ancora di più e il dolore è quasi passato. Ci sarà ancora un altro trattamento per verificare la situazione e per testare i movimenti globali della caviglia e delle singole ossa.


Ecco qui il primo caso clinico, per qualsiasi cosa o chiarimento scrivete qui sotto, sarò a vostra disposizione :):)

Buona giornata, Lisa :)